Amanita phalloides
ATTENZIONE… ATTENZIONE… questo fungo è importante conoscerlo molto bene perché tutti gli anni è responsabile di avvelenamenti mortali!!! Sto parlando della temibile Amanita phalloides o in gergo popolare detta “la tignosa verdognola”. E’ un fungo tossico mortale che causa sindrome falloidea per la presenza di amatossine, una serie di sostanze tossiche resistenti al calore, al congelamento, agli enzimi digestivi e solubili in acqua, per cui non può essere inattivata e viene assorbita senza difficoltà. Una volta introdotta nell’organismo umano si concentra nel fegato dove crea necrosi delle cellule epatiche, quindi morte cellulare dell’organo e di tutto l’organismo. La sintomatologia è a lunga latenza ovvero i primi sintomi compaiono dopo 6 ore dall’ingestione con vomito e diarrea, a seguire, con l’instaurarsi del danno d’organo gli enzimi epatici saranno notevolmente alterati. Non esiste una terapia, l’unico intervento che può risultare efficace in alcuni casi è l’espulsione delle tossine dal corpo per via urinaria con diuresi forzata per 4-5 giorni. L’Amanita phalloides è un fungo molto comune che cresce in estate e autunno su terreni acidi sotto latifoglie e aghifoglie. Il cappello è emisferico convesso di colore giallo verdastro oliva con fibrille innate più scure. (esiste la varietà alba con il cappello completamente bianco). Le lamelle sono bianche e libere con spore bianche (leucosporea). L’anello è membranoso sottile e bianco. Il gambo bianco è caratterizzato da screziature zebrate più scure, ma sempre bianche. Alla base del gambo è presente un bulbo e una volva bianca a sacco che lo raccoglie. La carne è immutabile con buon odore di miele negli esemplari giovani e di salame rancido in quelli vecchi. La legge italiana vieta la raccolta degli ovuli della Amanita caesaria (il Reale) per evitare il rischio di confonderli con quelli dell’Amanita phalloides.
Foto di Lucia Bioletti